Mournful Gust - For All The Sins (CD)

gothic doom death, BadMoodMan Music, BadMoodMan Music
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Price in points: 800 points
BMM. 064-13 x
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The long-awaited third album from the most famous Ukranian gothic doom death metal band Mournful Gust. Despite changes in the line-up since the last album, music-wise «For All The Sins» appeared to be the continuation of its predecessor «The Frankness Eve». Charismatic vocals of Vladislav Shakhin (clean and growl) remains the main feature of the band while guest musicians (flute and violin) add elegance to the epic compositions crafted with perfect taste. This is beautiful, melodic music filled with melancholy and emotional experience. The album features a splendid bonus, a cover-version of Rainbow song "Rainbow Eyes" by James Dio. Additional feature is 16-page booklet with traditionally excellent artwork.

Tracklist:
1 Sleeping With My Name
2 Keep Me Safe From The Emptiness
3 Falling In Hope
4 Until I’m Bright
5 Let The Music Cry
6 This Drama Will Be The Last
7 Your White Dress
8 Words Of Farewell
9 Let The Music Cry (Silver Strings Version)
10 Rainbow Eyes (…In Loving Memory Of Dio)

Artist:
Mournful Gust
Artist Country:
Ukraine
Album Year:
2013
Title:
For All The Sins
Genre:
gothic doom death
Format:
CD
Type:
CD Album
Package:
Jewel Case
Label:
BadMoodMan Music
Cat Num:
BMM. 064-13
Release Year:
2013
Barcode:
4 627080 610392
Country Of Manufacture:
Russia
Review
The Pit of the Damned
7/10
13.01.2014

A distanza di tre anni (ma allora si trattava di una compilation), ritroviamo sulle nostre pagine il granitico impasto sonoro degli ucraini Mournful Gust, band dedita ad un death doom stillato di venature gotiche. Come da copione per il roster BadMoonMan Music e Solitude Productions, è d'obbligo trovarsi fra le mani un esempio di musica che faccia di riff pesanti e growling da orco, il suo verbo. I Mournful Gust provano a togliersi di dosso questa insulsa e grigiastra patina di grigio e ci offrono un qualcosa che prova a prendere le distanze da quanto descritto sopra. Diciamo che alcuni degli elementi appena citati, ancora permangono nel sound evoluto di 'For All the Sins': "Sleeping With My Name" è la lunga opening track in cui ritroviamo il growling cattivo, qualche bel riffone pesante, ma anche splendide ariose aperture melodiche che scongiurano la possibilità di stroncare immediatamente il disco causa carenza di idee. Il ruolo fondamentale, per evitare questo spiacevole epilogo, è svolto dalle tastiere di Stanislav Mischenko e dal flauto di Inna Esina, che ci consentono di godere di suoni più raffinati e meno scontati. Certo che se poi vi faccessi ascoltare "Keep Me Safe From The Emptiness", senza dirvi di quale band si tratti, vi sfido, offrendovi 50 possibilità per indovinare quale band stiamo ascoltando. Eccolo forte quel senso frustrante di già sentito e risentito, prima che una serie di effettistica cibernetica e una voce pulita, mostrino una via d'uscita ai nostri che si stavano cacciando nell'ennesimo vicolo cieco. Ecco diciamo pure che 'For All the Sins" soffre di questa grave mancanza; mi spiego meglio. I suoi lunghi brani (meglio se la prossima volta stringiamo un po' i tempi) soffrono di palesi limiti di voler o dover stare all'interno di un tracciato sonoro dettato dal genere. Questo mi sfianca e innervosisce facendomi talvolta annoiare. Fortunatamente in soccorso dei nostri arrivano delle intuizioni che rendono molto più gradevole, addirittura entusiasmante il suo ascolto. Un break di basso (ascoltare "Falling in Hope" per capire meglio), l'utilizzo quasi pop rock delle sensuali vocals pulite, delle eteree voci femminili ("Until I'm Bright" o "Your White Dress"), un magistrale assolo o un break di violino, partecipano in coro alla buona riuscita di un lavoro che per un attimo ho temuto di dover stroncare ingiustamente. Buon come back discografico, anche se dopo cinque anni era forse lecito aspettarsi qualcosina in più.

Author: Francesco Scarci
Review
Metalitalia
7/10
17.12.2013

I Mournful Gust sono una di quelle band che si affermano sul lungo periodo. Anche se non si può dire che con questo disco salveranno il mondo, visto che continuiamo ad avere a che fare con una proposta oggettivamente derivativa, questa volta riescono a centrare il bersaglio. La miscela di gothic e doom metal che caratterizza il gruppo ucraino assume infatti toni più intimi e coinvolgenti in questo terzo full-length, allontanandosi in parte dalle pesantissime influenze My Dying Bride che avevano segnato gli esordi per abbracciare uno spettro sonoro maggiormente variegato. La novità principale di questa mini-svolta è rappresentata dal cantante Vladislav Shahin, che oggi modula molto di più la propria voce, riuscendo a caratterizzare meglio ogni brano e ad evitare certe impostazioni forzatamente melodrammatiche che in passato avevano appesantito e reso un po’ goffi certi episodi. Altra caratteristica tipica dei “nuovi” Mournful Gust è l’importanza della sezione ritmica, che si destreggia con notevole dinamismo anche nei brani più d’atmosfera, mentre gli altri strumenti, tastiere in primis, non prevaricano mai e creano soprattutto sfondi sonori al servizio della voce. Nel disco si alternano momenti di ispirazione tipicamente gothic-doom, con pezzi più influenzati dai classici gruppi inglesi degli anni Novanta, e altri più ritmati e “orecchiabili”, dove però fortunatamente non si può indicare un gruppo preciso piuttosto che un altro come termine di paragone. Vengono alla mente i Tristania di una volta, gli ormai immancabili Swallow The Sun, ma anche una realtà più di nicchia come i Saturnus. Quel che è certo è che i grandi amanti di queste sonorità non fuggiranno davanti alle note di “For All The Sins”: una durata minore complessiva avrebbe probabilmente giovato, ma gli ucraini hanno indubbiamente compiuto vari passi in avanti dall’ultima fatica in studio, sia in termini di fluidità del songwriting che di ispirazione. Detto infine di una resa sonora più che buona, non possiamo far altro che consigliare l’ascolto a tutte le anime gotiche rintanate in casa in queste buie e fredde serate invernali.

Author: Luca Pessina
Review
Metalive
3/5
22.12.2013

Вот бывают такие команды, которые рвут с места в карьер, как говорится. С дебютом выстреливают такие перлы, что просто диву даешься. А бывает наоборот, к сожалению…
И тут как раз такой случай, по крайней мере для меня. Вроде как и люблю я дум, и уважаю отечественного производителя в данной категории продукта. Но как не пытался расслушать каждый альбом соотечественников из Mournful Gust, а так у меня ничего из этого и не вышло. Просто мимо и все. Может кому-то они и приносят положительные впечатления, но уж точно не мне. Сказать что именно не так сложно, но все же попробовать стоит. Во-первых мне не очень нравится какой-то хлипкий звук, особенно на этом альбоме. Какой-то он легкий слишком, что ли… Нет атмосферы, без которой хороший дум не сделаешь. Хотя вот отчетливо проступающий бас по звуку, пожалуй, все же понравился. Во-вторых абсолютно не запоминающиеся мелодии. Хотя нет… Одну все же запомнил, но это кавер на Rainbow, а собственное лицо группы как-то потерялось, по-моему.
В общем итог неутешительный, как по мне. Альбом на 3/5 и то балл за кавер неплохой накинул, честно говоря. Не складывается у меня что-то симпатия к данной украинской банде, ну никак…

Author: SatanicPanzer
Review
Ave Noctum
7/10
17.12.2013

I was initially attracted to Mournful Gust for the most childish of reasons in that they had a name that made me giggle, much like my fascination with Greek death metallers Ancient Balls. Being a fan of the Eastern European doom scene however, I was seriously hoping that there was more to the Gust than a series of cheap fart gags. When the opportunity arose to review their 10th anniversary reissue of their debut album ‘She’s My Grief’, I seized the chance, but was left disappointed and deflated by its shambolic nature. A combination of uninspiring songwriting and abysmal musicianship left the sulphurous stench of an ill wind; but all was not lost. A quick cursory listen to their follow up ‘The Frankness Eve’ showed the band in far better musical form, the 8 years between recordings clearly having been put to good use honing (or perhaps I should say acquiring) their skills. So it was with renewed hope in their abilities that I approached their 3rd full length album ‘For All The Sins’ and was at the very least hoping that the album didn’t blow.

Even though their previous album was a huge improvement over the shoddy debut, it seems that there were still refinements to be made as both guitarists and the drummer were replaced shortly after the release of ‘The Frankness Eve’. The difference is noticeable too, especially in the drumming, for although Vjacheslav Kapusta improved hugely between the first and second albums, new drummer Nikolay Kostetskiy is a class above, and the whole sound of the band now feels that bit tighter and more polished. The opening track ‘Sleeping With My Name’ shows the level of their ambition now, with the song moving through several different acts and incorporating a number of different styles it sounds very impressive, especially with the sparing use of a string section. Singer Vladislav Shahin has truly grown as a vocalist over the past 15 years or so, with his impressive guttural death growl now complemented by a strong and melodic clean style that reminds me a lot of Killing Miranda’s Richard Pyne, in particular on the traditionally gothic styled ‘Let the Music Cry’. The guitar work is much improved also, with the pairing of Vasiliy Morozov and Evgeniy Rusetskiy displaying a measured and patient style, with some nice, if not technically outstanding solo work.

Tracks such as ‘This Drama Will Be The Last’ and ‘Until I’m Bright’ clearly show the vision of the first album as there are moments and passages that echo their early work, yet now with improved musicianship and over a decade of experience you can genuinely appreciate the fruits of their collective labours. This version of the album contained 2 bonus tracks, the first of which is a stripped back version of ‘Let The Music Cry’ with a string accompaniment. As with Paradise Lost when they tried a similar experiment with the Lost in Prague Orchestra mixes, it never quite lives up to the expectation and lacks the impact it deserves. The other bonus track is a cover of ‘Rainbow Eyes’ as a tribute to Ronnie James Dio. When I saw this on the label I thought that this would almost certainly be a case of ambition outweighing talent, but I have to admit that they have carried it off very well. Shahin is clearly well outside of his comfort zone although his style is so far removed from Dio’s as to prevent any direct comparison. It is a welcome addition to the album and an interesting interpretation of a genuine classic.

There can be no doubt whatsoever that Mournful Gust have taken the criticism of the past on board and have addressed many of their previous problems, whilst acknowledging their musical limitations and largely staying within the lines. ‘For All The Sins’ is their best work to date in my opinion, although it is only marginally better than ‘The Frankness Eve’. Whilst they are improving musically and growing in confidence as songwriters they still lack the ability to really draw in the listener. There are very few hooks and melodies that remain with you afterwards, even after multiple listens, and in a genre so rich with talent they still lack that last something that will turn them into contenders. That being said, this is still well worth checking out. It may not have been the mighty wind I was hoping for, but there is still a fresh breeze about it.

Author: Lee Kimber
Review
R.U.M. Zine

Poslední dobou má štěstí na kvalitní počiny z východu a rovněž opus „For All The Sins“ od ukrajinských MOURNFUL GUST není v tomto ohledu žádnou výjimkou. Kapela co do činnosti funguje už od roku 2000, ovšem po realizaci CD „The Frankness Eve“ (2008) došlo k odlivu většiny členů, a tak úplné začátky souboru pamatuje dnes už jen vokalista Vladislav Shahin. Všichni ostatní se přidávali v průběhu času, přičemž nejpodstatnější doplnění přišlo přesně v roce 2009, kdy se MOURNFUL GUST odhodlali k příchodu číslo dva!

V podstatě se dá tedy říci, že „For All The Sins“ je pro kapelu opětovným debutem, a kdyby si snad sestava dala úplně nový název, opravdu by tomu tak bylo, ovšem s ohledem na zvolenou hudební látku by bylo vcelku nevýhodné k tomuto kroku přistupovat. Už po poslechu úvodní skladby „Sleeping With My Name“ je totiž zřejmé, že Ukrajinští hoši a jedna slečna nespálili mosty raného doom metalu a řádně se opřeli alespoň do zdánlivě vyznívající modernizace. Ta spočívá především v namakaném zvuku, jenž automaticky odděluje MOURNFUL GUST od staré školy zkázonosného žánru. Velmi vkusně a zároveň aktuálně vypadá cílený „cross“ mezi klasický funeral doom a písničkově laděný gothic metal, nemající až tolik prostoru, nicméně je dosti podstatnou součástí celku. Osobně bych si tvorbu kapely dokázal představit bez ženského vyvýšeného sopránu, ale protože těchto náznaků je na desce méně, není takový problém tento prvek překousnout, byť je na sto honů znát, že je pro kapelu důležitá i textová složka, které je nutno „jíti na ruku“. Z toho důvodu je i Vladislavův growling dostatečně frázovitý a při některých jeho sloganech doslova běhá mráz po zádech!

Při všech těchto přednostech pak už nezbývá nic jiného než pochválit MOURNFUL GUST za soubor členitých skladeb, které se rozhodně neslévají v jednu, ale naopak se snaží posluchače probudit spoustou nápadů či rozličných nálad. Mezi skvostné kompozice bych si proto dovolil vybrat hned několik skladeb, přičemž přímo zmíním pouze dvě, a to proto, že s ohledem na žánr představují hotový nadstandart toho, co v dnešní době můžeme v doom metalu slyšet. „Keep Me Safe from the Emptiness“ je jedenáctiminutová hrbolatě zbarvená balada, vrcholící ve šťavnatých refrénech a na mě osobně působí jako takový příjemný odlitek z tvorby NOVEMBERS DOOM. Ale tohle je pouze jedná tvář tvorby Ukrajinců. Ta další číhá kupříkladu ve skladbě „Let The Music Cry“, kdy se MOURNFUL GUST dostávají hodně blízko ke klasické „gothic“ písničce. Možná, že kdyby podle podobného klíče byly postaveny všechny songy, nebyl by hudební až tak hluboký a vlastně by z něho byla odkrojena potřebná temnota, bez které by tohle všechno nemohlo dýchat. V rámci žánru tedy znovu dosti kvalitní počin. Jasná cesta, zřetelný cíl, žádná nuda, plno romantiky i temnoty. Tak tak…
Review
Iye Zine
7.8/10
14.10.2013

Gli ucraini Mournful Gust hanno alle spalle una storia piuttosto lunga ma For All The Sins è solo il loro terzo full-length, questa volta pubblicato dalla Solitude Productions, vera e propria “casa madre” di tutto il doom metal dell’est europeo (e non solo). L’ascolto di un lavoro di questo genere, come sempre, rischia di dividere il pubblico in quanto racchiude pregi e difetti di gran parte delle uscite in ambito gothic death-doom degli ultimi anni. A fronte di un’originalità per lo più latitante troviamo infatti una serie di brani dotati di grande fascino ed eseguiti in maniera ottimale; la domanda che sorge spontanea è questa: se consentiamo ai maestri (in qualsiasi ambito stilistico) di citare all’infinito se stessi, perché non possiamo fare altrettanto con chi ne segue le orme, magari risultando persino superiori per intensità e convinzione? In effetti i Mournful Gust, con questo loro ultimo disco, si liberano parzialmente dell’ingombrante presenza dei My Dying Bride, che aleggiava in “The Frankness Eve”, spostando le coordinate verso un gothic doom più fruibile e dagli accenti meno cupi, finendo però ugualmente per approdare su terreni comunque già ampiamente battuti. Un destino, questo (del resto stiamo parlando di doom ….), al quale nessuna band moderna può pensare seriamente di sfuggire ma, se i risultati sono quelli di For All The Sins, mi sento di poter chiudere questa fin troppo lunga parentesi con un bel “chissenefrega” …. Tanto per tranquillizzare i detrattori chiarisco subito che in ogni fase del disco i Mournful Gust ricordano puntualmente band diverse e di differente estrazione consentendo nel contempo ai nostri di sfuggire ai rischi di una proposta monolitica. L’opener Sleeping With My Name, abbinata ad un curatissimo video, mostra senza indugi le doti della band ucraina capace di tessere trame malinconiche e raffinate, mentre nelle successive Keep Me Safe From The Emptiness e Falling In Hope il suono si avvicina a quello della band guida del death doom melodico dell’ultimo decennio, ovvero i magnifici Swallow The Sun, e lo stesso avviene anche nella splendida Your White Dress. Un altro tratto comune con i maestri finnici è la presenza di un cantante in grado di mostrare un growl espressivo e profondo alternandolo a clean vocals assolutamente adeguate; addirittura mi spingo a dire che Vlad Shahin, nel genere specifico, è in assoluto il miglior singer in un ipotetica classifica combinata tra i vari registri vocali. Esemplicative al riguardo le prestazioni in brani come Let The Music Cry e This Drama Will Be The Last nei quali l’enfasi vocale del lungoncrinito cantante fornisce il classico valore aggiunto a un tappeto melodico di sicuro impatto emotivo. Proprio la voce di Vlad conduce la band a lambire territori vicini agli Evergrey più evocativi, basti sentire la sentita versione acustica di Let The Music Cry per riportare alla memoria le sensazioni di un brano come “Different Worlds”, oppure si spinge ad acuti di stampo “gillaniano” all’interno dell’avvolgente atmosfera sinfonica che contraddistingue Words Of Farewell. Spunto quest’ultimo che non dovrebbe essere del tutto casuale alla luce della chiusura dell’album affidata alla cover di uno dei brani simbolo dell'hard rock settantiano come Rainbow Eyes . Il primo ascolto di For All The Sins potrebbe lasciare perplessi, proprio perché il sound pare spingere talvolta in maniera eccessiva su un più fruibile versante gotico, va detto però che la perseveranza nell’approfondirne i contenuti alla lunga viene premiata, grazie a una serie di brani di indubbio valore e capaci di restare ben impressi nella memoria. I Mournful Gust hanno composto il disco che potrebbe consentire loro di varcare i confini dell’ex- Unione Sovietica a livello di notorietà; del resto è giusto che la band ucraina possa finalmente cogliere i frutti di un lungo lavoro che li ha portati a un livello assolutamente adeguato agli standard delle band più note del settore.

Author: Stefano Cavanna
Review
Metal.de
7/10
04.12.2013

Mit "For All The Sins" veröffentlichen MOURNFUL GUST bereits ihr drittes Album. Dabei haben die Musiker wenig an ihrem bisherigen Stil geändert und bieten nach wie vor eine melancholische Mixtur aus Gothic und Doom Death Metal. Das dabei natürlich eine gewisse Epik und Dramatik nicht fehlen darf, versteht sich von selbst.

Und eben diese findet bereits mit dem Opener "Sleeping With My Name" Einzug, in welchem die Band ihre gesamte Kraft bündelt und den geneigten Hörer mit hinab in die melancholische Dunkelheit zieht. Besonders Sänger Vladislav Shakhin vermag es, sowohl mit seinen fiesen Growls, als auch mit seinem angenehm warmen Clean-Gesang zu fesseln. Aber auch musikalisch ist alles weit ab von Durchschnitt und Mittelmaß. Die Gitarren walzen sich einerseits mit monolithischen Riffs vorwärts, brechen dies aber immer wieder mit emotionalen Leads auf und sorgen so für genügend Abwechslung, während Schlagzeug und Bass für das nötige Fundament sorgen. Klar - das klingt nicht sonderlich innovativ, aber es funktioniert bestens und schafft damit Raum für zwei ganz besondere Gastbeiträge in Form von Violine und Flöte. Und gerade diese beiden Instrumente verleihen MOURNFUL GUST dann doch wieder eine gewisse eigenständige Note. Ein besonderes Schmankerl gibt es dazu noch in Form eines Covers zu DIOs "Rainbow Eyes", welches zwar nur bedingt an das Original erinnert, aber sicher eine mehr als nur nette Geste darstellt.

MOURNFUL GUST bieten auf "For All The Sins" definitiv nichts übermäßig Neues, allerdings ist das auch gar nicht nötig. Die Ukrainer verstehen bestens, wie eine Mischung aus Doom und Gothic Metal funktionieren muss und erschaffen damit wunderbar träumerische und emotionale Songs. Fans von SWALLOW THE SUN & Co sollten dieser Formation ruhig mal ein Ohr leihen.

Author: Florian Hefft
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