Evadne - A Mother Named Death (CD)

melodic death doom metal, Solitude Productions, Solitude Productions
533.33 Р
CD
Цена в баллах: 800 баллов
SP. 126-17 x
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Третий альбом лидеров испанской doom death metal сцены Evadne. После громкого успеха предыдущего альбома «The Shortest Way» 2012 года, закреплённого мини-альбомом 2014 года «Dethroned Of Light», музыканты вновь возвращаются к слушателям со своей новой полноформатной работой. Безупречная отточенность композиций и мастерство музыкантов рождают притягательно мелодичный, атмосферный, трогающий душу материал. Тяжёлые гитары, клавишные, использование гроула в сочетании с вкраплением партий чистого вокала, делают музыку Evadne разнообразной, эмоциональной и увлекательной. Внимать «A Mother Named Death» – значит каждый раз обнажать свои чувства.

Треклист:
1 Abode Of Distress
2 Scars That Bleed Again
3 Morningstar Song
4 Heirs Of Sorrow
5 Colossal
6 88.6
7 Black Womb Of Light
8 The Mourn Of The Oceans

Артист:
Evadne
Страна артиста:
Spain
Год альбома:
2017
Название:
A Mother Named Death
Стиль:
melodic death doom metal
Формат:
Compact Disk
Тип:
CD
Упаковка:
Jewel Case
Лейбл:
Solitude Productions
Кат. номер:
SP. 126-17
Год издания:
2017
Штрих-код:
4627080611177
Страна-производитель:
Russia
Review
Metal Winds
8/10
07.11.2017

Ecco che a tre anni dall’ultima volta che abbiam sentito parlare degli Evadne ed a ben cinque dall’ultimo Full Length, quell’affascinante The Shortest Way nell’ormai lontano 2012 che tanto è piaciuto agli amanti del genere nonostante si presentasse con ben poca innovazione e personalità, anzi spesso sembrava essere anche piatto. Nonostante tutto quell’ultimo lavoro degli spagnoli Evadne fu molto apprezzato, quindi per tutti noi amanti di Doom Death Metal. A quanto pareva la Solitude Productions ci aveva visto bene all’epoca e gli ascoltatori assidui di questo genere sanno bene che grandissimi dischi, di una qualità spesso irraggiungibile, riescano a raggiungere le produzioni di quest’etichetta: la voglia di ascoltare finalmente questa band all’opera dopo tanto tempo era alta. Son state quindi mantenute le aspettative per quest’album?
Ancora oggi, dopo tantissimi ascolti, non saprei rispondere. Sono capace solo di provare a spiegare, a definire, il tortuoso rapporto amore-odio che ho (e sto avendo) con quest’album.
E’ un disco Doom Death Metal perfetto, con le atmosfere distorte ascoltate anche nel precedente album, melodie struggenti e spesso avvolte da un’aura misteriosa o oscura, fati talmente cupe da precipitare ai limiti col Funeral Doom Metal e tante influenze.
E’ quindi un disco che ho amato.
E’ un disco Doom realizzato alla perfezione e che al tempo stesso si porta dietro un’ispirazione quasi nulla: spesso (e fin troppo spesso) ci sembrerà di ascoltare i migliori Swallow The Sun di Ghost Of Loss e dell’ultimo album (un vero capolavoro); altre volte abbiamo l’impressione di ascoltare i Draconian dei primi dischi.
Così poca originalità, caratteristica fin troppo diffusa in questo genere purtroppo, così poca voglia di creare qualcosa di personale. Un disco che odio.
Un netto passo in avanti fatto qui dagli Evadne: il loro gusto per le melodie s’è raffinato moltissimo col passare del tempo portandoci in momenti di vera e propria goduria in brani come Morningstar Song, la bellissima strumentale 88.6 o anche nella conclusiva The Mourn Of The Oceans. L’impatto dinnanzi a tale bravura lascia di stucco, i brani son studiati in maniera quasi eccellente e un amante di Doom Death avrà pane per i propri denti.
Un disco da amare.
Peccato che però un ascoltatore di Doom Death Metal qui avrà ben poco di nuovo, tutto è già sentito: i “cliché” del genere ci sono tutti e più d’una volta sembra di poter prevedere l’intero brano: ciò porta a degli ovvi momenti di noia, forse il più temibile dei mali quando si crea musica. Morningstar Song (che ribadisco essere uno dei brani più belli da ascoltare) è un perfetto esempio di brano “standard” che non si scosta d’un passo dai canoni del genere, brano nel quale ascoltiamo fortissime le influenze proprio degli Swallow The Sun, un brano che ha ben poco da dire.
Da odiare, nonostante sia praticamente perfetto.

Questo disco è, come detto, è Odi Et Amo nella sua accezione più assoluta. Non si può non amarlo, non si può non detestarlo. Vien in mente quel tipico “è bravo ma non s’impegna”.
E proprio per questo motivo devo dare, a malincuore, un voto alto a questo disco: perché è bravo e non posso non dargli il voto alto che merita, ma è schiavo di quegli spettri di band maggiori che l’oscurano e questo non riesce ad emergere né fa nulla per provarci. Mi rincresce molto che gli Evadne abbiano fatto un disco così, ma ciò non mi toglie la speranza che nel prossimo disco facciano questo grande passo in avanti e si dimostrino capaci di un loro stile personale.
Per ora c’è la magra consolazione che questo, nonostante tutto, sia come già detto, un disco perfetto, molto bello e ben fatto e che quindi ci regalerà numerosi ascolti.

Author: Jonathan Bonetti
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