Revelations Of Rain (Откровения Дождя) - Мраморные Тона Отчаяния (Marble Shades Of Despair) (CD)

melodic death doom, Solitude Productions, Solitude Productions
466.67 Р
Price in points: 700 points
SP. 013-07 x
Out of stock
Past members of Ocean of Sorrow are now back with a new project of their own - Revelations of Rain! This melodic death-doom is very close to both old-school bands like My Dying Bride and new-wave European doom-death (Swallow the Sun, Mourning Beloveth). The lyrics, which are written in Russian have a very deep sense and greatly combine with heavy but melodic music of the band that continues the very best traditions of death-doom school.

Tracklist:
1 Один Из Зимних Дней 6:54
2 Декабрь 6:54
3 Реквием 7:32
4 Приговорённый К Молчанию 7:41
5 Дождь 8:00
6 На Краю Земли 9:13
7 Дороги Судьбы 5:58
8 Закат 2:49

Artist:
Revelations Of Rain (Откровения Дождя)
Artist Country:
Russia
Album Year:
2007
Title:
Мраморные Тона Отчаяния (Marble Shades Of Despair)
Genre:
melodic death doom
Format:
CD
Type:
CD Album
Package:
Jewel Case
Label:
Solitude Productions
Cat Num:
SP. 013-07
Release Year:
2007
Country Of Manufacture:
Russia
Review
Friendhof
7.5/10
06.12.2007

Desde la Federación rusa nos llega “Marble Shades Of Despair”, el primer álbum de Revelations of Rain, que tanto el nombre como el título del álbum vienen escritos en caracteres cirílicos y por lo tanto en ruso. “Revelations of Rain” es la traducción que han escogido de cara al extranjero.
Nos encontramos con ocho temas de un Doom metal lento y muy emotivo íntegramente cantado en ruso siguiendo una onda que nos recuerda ligeramente a Shade of Despair por sus teclados, o al “Serenades” de Anathema por sus canciones lentas con sus riffs emotivos. También abundan las melodías deprimentes y claustrofóbicas en la onda de Katatonia en su “Brave Murder Day”.
El tema que abre el álbum “One Of The Winter Days” (todos los temas están traducidos al inglés aquí para aclararnos) con el principio que tiene, nos recuerda a Katatonia por su aire claustrofóbico y por su mezcla de voces desgarradas con guturales.
Su cuarto tema “Condemned To Be Silent” es más en la onda del principio del Doom del “Gothic” de Paradise Lost, o del “As the flowers wither” de My Dying Bride. “December”, su segundo tema, por el contrario es más tipo Shape of Despair con una melodía lenta y pegadiza acompañada por teclados.
Realmente todos los temas tienen cosas buenas y algo que decirnos. Os recomiendo encarecidamente que los escuchéis por vosotros mismos.
Un buen álbum de Doom. Si te gustan los grupos anteriormente mencionados y te han dejado buen saber de boca los grupos de Doom Metal emergentes en Rusia, entonces ya estás tardando en escuchar a Revelations of Rain.

Author: Azathoth
Review
Shapeless Zine
7.5/10
08.2009

La copertina и molto scura, realizzata in una monocromia grigia. Una vecchia finestra si apre su un paesaggio distante, seminascosto dai rami spogli di un albero. La poca luce che penetra da questa apertura, non и sufficiente ad illuminare la stanza, che rimane celata da un'oscuritа opprimente. Nelle tenebre, si intravede una figura umana seduta, in un atteggiamento decisamente sconsolato.
Anche le otto facciate del libretto sono decorate da immagini: il particolare della finestra, due pagine di un libro aperto sul quale sono stampati i testi, e un ragazzo addormentato, o deceduto, con un altro libro aperto fra le mani. Testi, note ed altre indicazioni sono tutti stampati in cirillico, risultando cosм incomprensibili per il sottoscritto.
Cosм и come si presenta questo "Otkroveniya Dozhdya", ovvero il secondo full-length dei russi Revelations Of Rain. Tra l'altro, Otkroveniya Dozhdya и la traduzione in russo di Revelations Of Rain.
Allora, cari lettori di Shapeless, vi ricordate questo gruppo? No? Beh, provo a rinfrescarvi la memoria. Di esso ho avuto modo di scrivere l'anno scorso, grazie alla recensione del loro disco d'esordio, "Marble Shades Of Despair". E' d'obbligo quindi rinviarvi a quell'articolo, presente negli archivi della nostra webzine, anche perchи in esso sono presenti diversi dettagli biografici che non ho intenzione di ripetere in questa sede.
"Otkroveniya Dozhdya" segna il ritorno del gruppo di Podolsk, sempre sotto l'egida della Solitude. La formazione che ha inciso questo CD consiste in Forside alla voce, Ilya Remizov alla tastiera,
Olesya Muromskaya alla chitarra, Vladimir Andreev all'altra chitarra e Letarg al basso. La batteria и campionata. Dal vivo, questo strumento и suonato dal session Vile. Tra l'altro, non saprei dirvi se il bassista sia giа stato licenziato dal gruppo, ma sul sito MySpace del gruppo non и nominato.
"Otkroveniya Dozhdya" contiene dieci canzoni, per un totale di 65 minuti di doom opprimente e funereo. Inciso allo studio Primordial, questo disco и in possesso di una registrazione potentissima e nitida, che rende il suono del gruppo davvero interessante. Infatti, a fianco delle consuete bordate pachidermiche, tipiche del genere, il gruppo russo affianca sempre un grandissimo potenziale evocativo, che perт richiede una pulizia del suono ai massimi livelli. E, come al solito, lo studio Primordial ha compiuto le scelte migliori.
Ecco dunque che i Revelations Of Rain ci propongono, grazie a questi dieci brani, un'altra prova degna di interesse, che non potrа che stuzzicare gli amanti del doom. Anzi, del death/doom, che in questo caso perт ha dilatato ancora di piщ le sue ritmiche, spingendosi fino ai territori del funeral doom. E, nonostante il loro stile sia ostico di suo, i Revelations Of Rain riescono ad essere piuttosto fruibili, grazie ad un songwriting vario ed a qualche strizzatina d'occhio al doom/death di inizio anni '90. Prorio per questo, un disco come "Otkroveniya Dozhdya" potrebbe essere consigliato a chiunque volesse cominciare a ascoltare il funeral doom, e fosse indeciso con quale disco iniziare per accostarsi al genere. Non ci troviamo nи al cospetto delle lunghe "sinfonie" dei compagni d'etichetta Ea, e neppure di fronte al doom psichedelico e dilatatissimo di Esoteric e compagnia bella. Piщ che altro, questo nuovo disco dei Revelations Of Rain potrebbe essere assimilato ai Thergothon, ai Mourning Beloveth o agli Officium Triste.
Il gutturale del cantante, profondissimo e monocorde, che perт alterna di tanto in tanto delle evoluzioni in voce pulita, cerca di farci da guida in mezzo a tutta questa oscuritа. Non c'и luce nella musica dei russi. C'и solo una cieca disperazione, un pesantissimo senso di colpa, e la nostalgia per qualcosa di perduto, e che piщ non tornerа. Le varie canzoni del CD, pur essendo dotate ognuna di una propria personalitа, sembrano tanti capitoli di un'unica, lunghissima suite musicale. I lamenti delle chitarre, che si trasformano talvolta in riff, ma che piщ spesso scivolano da nota a nota, legano il nostro cuore e la nostra gola in profondi lacci di commozione. La batteria, che riesce a mantenere una certa naturalezza nonostante sia finta, si produce in ritmiche lentissime, devastanti in queste continue sospensioni tra un battito e l'altro. E se il basso svolge un lavoro ligio e pulito, la tastiera arricchisce il tutto di sensazioni, atmosfere, sogni, incubi... Insomma, и proprio la tastiera che dona espressivitа, che conduce in qualche modo le danze, nonostante il motore sia senz'ombra di dubbio costuito dai vari strumenti a corda.
Rispetto all'album precedente, "Otkroveniya Dozhdya" presenta meno orpelli, ma va anche piщ diritto al sodo. In piщ, i Revelations Of Rain sembrano aver imboccato la strada giusta per un'evoluzione promettente. Se infatti, ora come ora, possono ancora somigliare a qualche altra band (Mourning Beloveth, ad esempio), si nota giа un miglioramento complessivo rispetto ai tempi di "Marble Shades Of Despair". I mezzi espressivi del gruppo sono sempre ottimi, e credo che in futuro riusciranno a migliorare ancora di piщ. Mi auguro comunque che riescano anche a mantenere una formazione salda, visto che l'avvicendarsi di musicisti и sempre stato il tallone di Achille dei Revelations Of Rain.
Comunque sia, un nuovo disco solido per questi ottimi russi. Un gruppo da tenere sotto osservazione, perchи и in possesso di grandi potenzialitа.

Author: Hellvis
Review
Icon Music Mag
8.5/10

Med et bandnavn som dette, og da tilsvarende albumtittel er det klart for de fleste at dette nok er ei doom plate. Men å skulle finne denne skiva i din lokale plateforhandler, vel, da tror jeg du nok må lete ei stund. Opprinnelig heter dette bandet ”Otkroveniya Dozhdya” og albumet ”Mramornye Tona Otchayaniya” (Ibsens ripsbusker, ta deg en sjokoladebolle!). Jeg kan ikke russisk, men takket være nyere teknologi, dvs winamp, som autolokaliserte albumnavn og låtnavn så kan selv de av oss som er ulærde innen både russisk og det kyrriliske alfabetet, som det står skrevet med på coveret, få en viss oversikt over sangene.

Over 8 spor med en gjennomsnittstid på drøye 6 minutter, presenterer Revelations Of Rain her doom slik jeg synes det skal lages i dag. Det er ikke helt samme lyden som på My Dying Bride, men det er fremdeles et trygt og godt steg unna Draconian og deres gothinfluerte variant av sjangeren. I stedet er det her fokus på det melodiøse, og sangene som flyter seigt gjennom høytaleren, dine bytter ofte mellom forskjellige segmenter, slik at det opprettholdes et ganske høyt nivå på variasjonen innad i låtene. Tidvis har det nesten et deathpreg, men i det du skal til å bange byttes hele stemningen til tung melankoli, drevet av en velplassert synth (dvs at den ikke dominerer helt, men ligger og murrer som en grim grevling i bakgrunnen).

De synger på russisk, og det høres, både på de cleane delene med kvinnelig vokal, og growlingen ellers. For meg er ikke dette noe problem, men her er folk forskjellig. Som helhetsinntrykk sitter jeg i igjen med en følelse av ei skikkelig god og gjennomført skive, med svært lite skuffelser på. Den er ikke helt perfekt, for noen låter stikker seg mer ut enn andre Men det er ingen dårlige låter her. Min personlige favoritt er den første, ”One Of The Winter Days”. Dersom du skulle ville ha tak i skiva er det bare å søke opp plateselskapet. Der kan du få importert den, og ellers få tak i mange andre mer ukjente band fra Russland. Prisene er svært lave, og servicen god. Men det er nok heller tvilsomt om statoilen nedi gata skulle få tak i denne i nærmeste framtid.

Author: Magnus H. Blystad
Review
Kronos Mortus
8.5/10
28.11.2007

Az Ocean of Sorrow tagokból álló új formáció zenéje egy dallamos doom/death metalt rejt. A My Dying Bride-ot ötvözték az újabb európai doom-death metallal (Swallow the Sun, Mourning Beloveth). A szöveg oroszul íródott, amely a legmélyebb érzéseiket tárja fel. A „One Of The Winter Days”-el kezdődik el a vészjósló hangulatot árasztó massza. Az eleje elég művészinek tekinthető, igaz az egész zenére is érthető ez, mert nagyon szép megoldásokat hallhatunk a lemezen. A megkomponált billentyűjáték fülbecsengően hat a fajsúlyosabb zene közben. A hangzás lehetne jobb is, de viszonylag jónak tekinthető. Mivel doom metalról beszélhetünk, így egyértelmű hogy egy nagyon lassú tempó jellemző. Mocorogva, dideregve haladunk percről percre. A vokál egy művészi hörgő hang, amit helyenként egy lágyabb ének is kísér. Néhol elhallgatnak a gitárok, és csak a csend, a gyönyör: a billentyű hangját élvezhetjük. A hangulat eléggé a korai My Dying Bride zenéjét juttatja eszembe, amiben előbújnak a dallamok és a soha véget nem érő lassú, kínzó, harag. Sok helyen egy nagyon hideg, dermesztő tájat festenek le a zenéjükkel.

A negyedik számnál hallani egy kicsit másabb, „furább” dalt. Itt kicsit jobban előtérbe kerül Olesya énekhangja is, és némiképp úgy érzem, hogy itt még több hangulatfestő elemet használnak. A dal közepén is leáll minden, és az ordító hidegben csak a zongora hangját hallhatjuk, nagyon hatásos. Nagyon értik a szomorú, bús hangulat megteremtését. A következő dalban pedig egy kicsit felpörgünk, ami a tempót illeti, de aztán egy idő után ez is alábbhagy. Itt némi tiszta éneket is megfigyelhetünk és egy szaggatottabb refrént. Megemlíteném, hogy a dob helyenként eléggé „mű” hangon szól, elég erőtlen. Persze nem arról van szó, hogy itt teljes erővel ütni kell, de szembetűnő ez a dobhangzás. Úgy értékelném ezt a lemezt, hogy egy nagyon jó próbálkozás, egy nagyon jó debüt lemez. Vannak apróbb hibák, de ez nem sokat von le a zene értékéből. Érzek valami művészi megközelítést is az egészben, a hangulatot meg ezek után ki lehet találni, hogy teljes a nyomorúság.

Author: Lemezismertetők
Review
Hardounds
8/10
24.02.2008

Ascoltare oggi i Revelations Of Rain, un duo di polistrumentisti che derivano dalle ceneri degli Ocean Of Sorrow, inevitabilmente mi fa pensare alla loro terra, la Russia che, data l'attuale situazione geopolitica, che mi riporta alla mente le prime mosse del primo conflitto mondiale. La cosa mi scuote e mi fa ascoltare con un nuovo filtro l'album in questione, 'Marble Shades of Despair'.
In realtà la scelta di cantare in russo, e di scrivere qualsiasi titolo o informazione all'interno del booklet in russo e in alfabeto cirillico (per comodità il nome della band, del disco e dei brani li abbiamo riportati in inglese) è un segno di attaccamento alla terra del tutto significativo per una cultura da sempre preoccupata a giustificare e supportare la difesa del territorio come imperativo assoluto.
L'intransigenza e la gelosissima chiusura dei Revelations Of Rain è lo specchio di una Russia sempre intenta a proteggersi e ripiegarsi da qualsiasi influenza esterna, avvertita come pericolo o minaccia. In realtà la band suona proprio come la paranoia che si fa musica, e al dilà dei paragoni facili dai My Dying Bride agli Swallow The Sun, quello proposto è un death/doom estremamente denso e intriso di un convulso e malaticcio senso di crisi, il che sa di romantico e di decadente al tempo stesso; senza mezzi termini, una bella mattonata di 54 pesantissimi minuti, così massiccia da rendere quasi impossibile una discussione che diversifichi la trattazione dei singoli pezzi, così intricati, e tanto fitti di intrecci quasi narrativamente impostati.
Ma forse una prima chiave di lettura è proprio questo andamento melodrammatico, quindi estremamente diacronico dello sviluppo sia dei testi sia della musica, ovviamente del tutto incline alle mutevoli e talvolta inaspettate giravolte, con uno spiccato gusto progressive abbastanza classico e una autentica e raffinata propensione per gli arrangiamenti sinfonici, sfumati di neo-barocco.
Ma il blocco marmoreo estremo ed essenzialmente nordico del duo russo, che sa benissimo aggredire nelle epiche litanie di un tragico visceralmente toccante, sa anche come plasmare con rigore e con delicatezza queste contraddittorie ma omogenee sensazioni e stati d'animo, in una serie di trucchetti di formidabile riuscita, specie col ricorso all'elettronica, ai suoni sintetici, a quelle a tratti subdole e in certi momenti dominanti melodie, quell'abbondanza corale dei suoni, a tratti glaciali, a tratti gotici, con chitarre estremamente liquide e dinamiche, in un continuo assolo, quel basso sempre presnte e soffice, talvolta protagonista, persino slappato, che ammorbidisce e amalgama l'aspro e doloroso contenuto in una costruzione sinuosa e longilinea, libera da estremismi, e completamente incentrata sul sentimento e sulle emozioni forti.

Author: Davide "JØHN" Piancone
Review
Metal District
8.5/10
13.08.2008

Süßlich romantischer Doomdeathmetal aus Russland kommt hiermit auf meinen Tisch, wobei das süßliche Element durchaus von Verwesungsduft stammen kann. Ja, diese Band hat es mit Düsternis und morbidem Ausdruck trotz sehr ausführlicher Melodieführung und betörend schöner Leadgitarrenharmonien. Aber irgendwie ist die russische Doomdeathszene für solche Truppen von großer Intensität bekannt, wie es u.a. VO SKORBYAH beweisen, die ebenfalls im letzten Jahr ihr Debütalbum veröffentlichten.

REVELATIONS OF RAIN bevorzugen eindeutig die schleppenderen Geschwindigkeitsregionen, kriechen jedoch nicht durchgehend, sondern haben auch leichtere Passagen mit tänzelndem Beat und Headbangerriffing. Darüber zelebrieren die Keyboards eine heilige Messe von großer Helligkeit. Allerdings hält solche Euphorie nicht lange an, der zähflüssige Doom holt sich sein Territorium stets zurück und das mit noch stärkerem Ausdruck von Qual und unendlicher Trauer.

Spielen können die Vögel wirklich ausgezeichnet, beim Sound kann man ebenfalls nicht meckern. Die Songs an sich sind schmissig und leidenschaftlich auf ihre ganz ureigene Art. Ich würde hier als Vergleich eine Mischung aus WHILE HEAVEN WEPT und steinalten ANATHEMA mit etwas MY DYING BRIDE als geschmackliche Abrundung einbringen. Ihr lest schon, es ist nicht innovativ, was uns hier an guter Musik geboten wird, aber dennoch höchst liebenswert, von kaum zu benennender Anmut. Denn im höchsten Glück der Liebe, in innigster Romantik, steckt oft nicht nur ein Fünkchen Wehmut vor dem bereits zu erahnenden Ende und Niedergang, sei es der Niedergang schöner Momente oder der des Lebens insgesamt. So klingen REVELATIONS OF RAIN, verzweifelt liebend, sich in ihrer Erfüllung suhlend und jauchzend vor unbändiger Lebensfreude, sich des Todes aber ultimativ bewusst.

Diese russische Band weiß wirklich genau, was sie hier auf diesem Album tut. Leider fehlen die ganz großen markanten Stellen, die aus sehr guten Songs absolut unverkennbare Hits werden lassen. Daran aber feilen ROR noch. Es ist auch so, daß durch die Langsamkeit und die daraus resultierende Sperrigkeit der Musik die Stücke viele Durchgänge brauchen, bis sie sich richtig in die Seele des gebannt Lauschenden eingebrannt haben. Für Doomdeathlunatics eine absolut lohnende Anschaffung.

Author: SirLordDoom
Review
Diabolical Conquest
8/10
30.01.2008

Aside from having some excellent literature and an alphabet practically made for emoticons ( (' §¥') ), Russia apparently has a host of high quality death/doom bands to whom I was until the time of writing this oblivious. Revelations of Rain lean towards the more sentimental, melodic side of the spectrum occupied by bands like Swallow the Sun, Novembers Doom and Mourning Beloveth, except these two have the chops necessary to breathe relevance into a tired genre.

Intensely romanticist in nature and rife with gothic (in the classical sense) inflections, Marble Shades of Despair is calming and warm, with long stretches of ethereally writhing leads that seem to express longing rather than disaffection; hope rather than utter despair. Angst and pain are not the only feelings that can be explored through the medium of music, and doom metal's not just for disaffected aspies, so good on Revelations of Rain. The synth occasionally indulges in pomp, with your usual organ/string/choral patches, bells, and the occasional undercurrent of a humid electronic texture (which I favor for not trying to be anything other than a keyboard sound), but it never imposes upon the compositional element of naked sparseness from which the album derives most of its intimate appeal.

Due to the fact they play an extremely broad style of music, Revelations of Rain allow themselves a lot of space within which to flirt with a wide spectrum of other genres, while still maintaining a cohesive, consistent whole. For instance, an angular, sort of jazzy piano lead emerges at 3:25 and forward in the song "Condemned To Be Silent," that staccato helicopter blade riff two minutes into the song "December" sounds like something Sodom could write under the influence of copious amounts of depressants, while the some of the tremolo picking and throaty rasping near the end of the album hints at black metal. Much of Marble Shades of Depair is surprisingly narrative in nature, with songs ending interstates away from where they started. The album's errant linearity makes it quite an exhaustive listen near the final couple songs, especially considering its exponential lack of structural tension, but it's what ultimately separates it from the current crop of melodic death/doom bands and makes its resolution all the more satisfying.

The mix is crystal clear and the guitar tone's magnificently timbral, yet the album never feels overproduced. The bass is extremely prominent -- not the typical doom metal oppressive wall of sound kind of prominent, but almost groovy at times, complete with slapping, which, juxtaposed with the occasional harpsichord synth, establishes an almost neobaroque air of intricacy in form despite the album's otherwise relatively simple compositions. Thankfully, Ilya's typical bassy growls are buried under the riffs. Anyone who keeps up with my reviews have probably noticed I don't give a shit about production, but in this case it's a perfect match for the music.

Overall, this is what insomnia-curing pap like recent Paradise Lost and My Dying Bride releases should strive to be.

Author: Travis
Review
Rock Underground
8/10

Formada pro membros do antigo Ocean Of Sorrow, estão de volta agora com um novo projeto próprio. Esta banda de Melodic Doom Death (mais Doom do que Death e mais Melodic do que qualquer outro) vem no estilo bem Old School de bandas do estilo, tendo como o My Dying Bride como principal referência e vai caminhar ao lado de formações mais novas, como Swallow The Sun e Mourning Beloveth. As letras, escritas e cantadas em russo, dão um toque a mais, mais profundo, mais frio, mais gélido, mais chuvoso e nebuloso, e a língua, por incrível que pareça, combina com este tipo de música, suave a agressiva ao mesmo tempo. A mistura é muito clara e as guitarras tem um tom magnificamente timbral, mas o álbum nunca se sente overproduced. Não tem aquele groove (ainda bem) que muitas bandas do estilo se ressentem hoje em dia. Há ora ou outra um belo Cravo, pena que não de verdade, mas feito em synth. Riffs lentos, caóticos, tristes, como qualquer boa banda de Doom deve ter e apesar da sutileza, os elementos de Death dão o tempero, sem ficar falando só de borboletas.
Review
Metalcrypt
4/5
03.05.2008

Marble Shades of Despair is the debut album for this Russian Doom/Death outfit. The album is very "even" in speed, about half way between slow and mid-paced and never really speeding up much, save for a passage or two. As such, it is overall a little monotone - not in a bad way, but there isn't much in here that stands out from the rest. The vocals are low Death-ish growls that barely float above the music, just blending in the ensemble. There's some use of the keyboards, but it's rather discreet most of the time, and the most noticeable parts are when they're more like pianos than some kind of gimmicky keyboard sounds. The guitar and drum work are just as sober as everything else here, very melodic and "restrained" to some extent. Revelations of Rain's strength is in the atmosphere of their work, and that they definitely get right. Marble Shades of Despair does indeed convey a dark, gloomy and somewhat desperate atmosphere that feels like a long rainy day, although some of the melodies do carry a little sound of hope - that's probably the best way to put it. It's something that's been done before (what hasn't, really), but the band nailed it pretty well with a debut that flows like a calm river and just asks for repeat listens. Good stuff.

Author: Michel Renaud
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