Shattered Hope - Waters Of Lethe (CD) Digipak

Review
Iye Zine
9/10
25.03.2014

Quando, nel 2010, i greci Shattered Hope pubblicarono “Absence”, non tutta la critica fu concorde nel riconoscervi i prodromi di un’esplosione definitiva del potenziale, allora solo parzialmente dimostrato, convogliato in questo magnifico Waters Of Lethe.

In effetti, il lavoro d’esordio mostrava una band dal songwriting piuttosto lineare e, tutto sommato, orientato ad un death-doom pesante il giusto ma contenente pur sempre ampi squarci melodici, decisamente apprezzabile quindi, per quanto non ancora sufficiente a collocare il combo ateniese ai vertici del doom estremo.
Waters Of Lethe dimostra, invece, quella crescita che appariva ineluttabile quasi si trattasse di un disegno delle divinità dell’Olimpo: gli ottanta minuti di opprimente e plumbeo dolore tradotto in musica spostano in maniera netta le coordinate sonore sul versante funeral, senza che per questo motivo la componente melodica venga messa in secondo piano.
Visti dal vivo lo scorso anno in quel di Romagnano nella loro unica apparizione italiana di fronte a pochi e fortunati intimi, gli Shattered Hope erano chiaramente quelli che, tra le band presenti, esibivano il suono meno immediato, più profondo eppure ricco di fascino, capace di lasciare allo spettatore il piacere di trovare la giusta chiave di lettura per assaporarne pienamente l’amaro calice musicale .
Con queste premesse l’attesa per il nuovo album era sicuramente giustificata e fortunatamente non è stata tradita, a conferma del fatto che questi quattro anni sono stati un periodo senz’altro lungo ma necessario per portare al livello più alto la progressione stilistica e compositiva della band ellenica.
Waters Of Lethe prende l’avvio con Convulsion, brano caratterizzato da una struggente parte finale che mostra però, a tratti, un sound leggermente più aggressivo rispetto a quello che verrà proposto nel resto del lavoro; ma appare evidente che, dopo questa eccellente prova di forza di oltre dodici minuti, quello che ci attende è un viaggio agli inferi lento, terribile, opprimente e pregno di disperazione, ovvero tutto ciò che chi ama il funeral desidera ascoltare.
La successiva For the Night Has Fallen è, infatti, un classico brano nel quale le armonie chitarristiche si snodano in maniera ottimale su una struttura più tradizionalmente devota ai maestri My Dying Bride, mentre My Cure Is Your Disease va a rievocare le partiture bradicardiche degli Worship del brano capolavoro “All I Ever Knew Lie Dead” arricchendole di un relativo dinamismo e di un più spiccato gusto melodico, per un risultato finale splendido.
La bellezza di questo disco è riscontrabile anche nella sua costante progressione qualitativa che trova il suo apice in Obsessive Dilemma, traccia nella quale la chitarra dipinge desolanti affreschi sonori che vanno ad intrecciarsi con un growl cangiante ed espressivo.
Un lavoro già ampiamente al di sopra della media va a chiudersi con due tracce dalla durata complessiva superiore alla mezz’ora che risultano nel contempo le più complesse del lotto e costrette, per questo, a svelare gradualmente il loro fascino dopo diversi ascolti: certo, i cinque minuti di funeral integralista collocati nella coda di Aletheia contribuiscono ad appesantire di molto l’ascolto, quasi a voler controbattere la relativa orecchiabilità della sua parte centrale, ma costituiscono pure un ideale viatico alle atmosfere sublimi poste ad introduzione della conclusiva Here’s To Death, lunghissima litania dai tratti delicati quanto funesti, capace di uguagliare i migliori Esoteric e Mournful Congregation.
Come già ripetuto più volte in frangenti analoghi, il recente Canto III degli Eye Of Solitude, spostando ulteriormente in alto lo standard qualitativo del genere, si pone nel presente come ingombrante termine di paragone per chi voglia cimentarsi in questo medesimo ambito: ebbene, al riguardo si può dire che nessuno come gli Shattered Hope sia riuscito finora ad avvicinarsi alla magnificenza della band londinese, rispetto alla quale il sestetto greco risulta appena inferiore solo per l’impatto drammatico, essenzialmente a causa della minore enfasi derivante in quel caso dall’imponente lavoro delle tastiere che, invece, in Waters Of Lethe, si limitano ad un elegante quanto discreto compito di accompagnamento lasciando principalmente alle chitarre il compito di sviluppare armonie splendide quanto malinconiche.
Ma non c’è dubbio sul fatto che questo album rappresenti un’ideale summa di quanto prodotto dal pantheon del funeral death-doom negli ultimi vent’anni, andando non solo a rimodellare con una rilettura del tutto personale quanto già fatto da chi ha scritto la storia del genere, ma riuscendo persino ad eguagliarne l’intensità e il pathos.

Author: Stefano Cavanna

Review
Aristocrazia
03.11.2014

I greci Shattered Hope mi danno soddisfazione: la band che quattro anni or sono pubblicò il debutto "Absence", graditissimo al sottoscritto, ha rilasciato il secondo atto discografico intitolato "Waters Of Lethe", confermando e migliorando quanto espresso in quella prova dai tratti forse estremamente canonici, ma dotata di un buonissimo gusto per ciò che concerneva l'aspetto atmosferico-melodico e le rifiniture in genere.

Per confezionare la sua nuova prestazione il sestetto ateniese è ripartito da quella solida base, mantenendo integri e qualitativamente elevati i valori riguardanti le peculiarità citate inizialmente che si erano rivelate i pregi del lento, malinconico e amaramente dolce incedere caratterizzante il primo lavoro. Il gruppo sembra aver trovato oggi un proprio equilibrio nell'esporre ogni sfaccettatura del suono, tanto da risultare convincente sia nei momenti più ruvidi e minacciosi, incastonati nella possente "Convulsion", sia nei frangenti in cui le derive funeree assumono una connotazione maggiormente ortodossa e lacerante, come avviene nella sordida "Aletheia".

La formazione, pur utilizzando modalità di composizione note, ha affinato la maniera con la quale garantisce ai brani di snodarsi con fluidità, accrescendo il dinamismo o accentuando l'accezione melodica; tant'è che se una "For The Night Has Fallen" è in tutto e per tutto un pezzo dall'aura classicamente doom-death, sia ascoltando "Obsessive Dilemma" che "Here's To Death" si ha la sensazione che la loro natura sia leggermente differente. La prima chiamata in causa infatti fa trapelare una sorta di lieve e studiato sviluppo emotivo progressivo, che sfocia con eleganza dall'operato delle sei corde di Sakis e Thanos, mentre la seconda, oltre a rappresentare una sorta di compendio stilistico, calca la mano sul versante funeral, intonando al suo interno una litania ossessiva a omaggio di quella forma nera e perennemente decadente.

Gli Shattered Hope hanno compiuto un altro passo in avanti. La prestazione del gruppo è complessivamente ben fatta: singolarmente c'è da menzionare un Nick dietro al microfono ancora una volta abile nel rendere la sua partecipazione ai pezzi importante, infondendo una considerevole dose di espressività e dimostrando di possedere una più che discreta varietà nell'impostazione del growl; al contrario l'apporto offerto dalla tastierista Eugenia è meno lucido, decisamente valido in fase d'accompagnamento, ma sfortunatamente si limita a ricoprire tale ruolo di contorno e nulla più, lasciando quasi esclusivamente alle chitarre il compito di abbellire i brani.

"Waters Of Lethe" è la produzione di una realtà ormai totalmente conscia dei mezzi a propria disposizione e che è in possesso di un'idea chiara e delineata su come muoversi all'interno di un panorama musicale che non necessita di novità ma di pathos e carattere per colpire al cuore i suoi fedeli fruitori. È la riprova che questi greci hanno qualcosa da dire e i mezzi per esprimerla, pertanto lasciatevi cullare sino a che la desolazione non prenderà il sopravvento e apprezzatene la compagnia.


Author: Mourning

Review
Rockhard
8/10

Οι SHATTERED HOPE είναι πλεον ένα αναγνωρισμένο doom συγκρότημα στον Ελλαδικό χώρο, και όχι μόνο, αν και είχαν μόλις ένα full length άλμπουμ μέχρι σήμερα, και συγκεκριμένα, το πολύ καλό “Absence” (2010). Ήρθε η ώρα, έστω και μετά από 4 χρόνια (κλασικοί ρυθμοί doom) να πιστοποιήσουν το ταλέντο τους στη σύνθεση του άκρως πεσιμιστικού funeral doom/death που λατρεύουν. Έτσι λοιπόν, κυκλοφορούν μέσα στο Φεβρουάριο το “Waters of Lethe”, υπό τη στέγη της ρωσικής Solitude Productions.

Η νέα τους αυτή δουλειά αποτελείται από 6 τραγούδια διάρκειας, ούτε λίγο ούτε πολύ, μίας ώρας και 20 λεπτών! Doom με τα όλα του δηλαδη. Ο δίσκος ξεκινά με το “Convulsion”, το οποίο μας προδιαθέτει, ή μάλλον μας υπενθυμίζει το αργόσυρτο μέχρι θανάτου riffing που αρέσκεται η μπάντα. Πάρα πολύ καλό κομμάτι, με τα κλασικά ανεπαίσθητα πλήκτρα για να αμαυρώνει (με τη καλή έννοια) την ατμόσφαιρα. Στα φωνητικά, όπως και στη ολότητα του δίσκου, έχουμε τα κλασικά growls του frontman, λες και βγαίνουν από τα τάρταρα, ενώ όπου το ζητά το feeling, φτάνει ακόμα και σε black metal επίπεδα. Ακολουθεί το “For the night has fallen”, πάλι στο ίδιο μοτίβο, με ακόμα πιο πεσιμιστική διάθεση και τα πλήκτρα να παίζουν μεγαλύτερο ρόλο, αλλά και ένα τέλειο κλείσιμο στο 11λεπτο κομμάτι με ένα απίστευτα μελωδικό solo, ότι πρέπει για τη κορύφωση μιας πάρα πολύ καλής σύνθεσης… Σίγουρα το αγαπημένο μου του δίσκου. Τρίτο κατά σειρά, το “My cure is your disease”, ένα πιο riff-άτο τραγούδι, ίσως όμως το πιο αδύναμο ας πούμε του άλμπουμ (καθαρά θέμα γούστου). Επόμενο, το “Obsessive dilemma”, με μια υπέροχη ατμόσφαιρα στο background από keys, αλλά και μπόλικα lead, που θυμίζει old-school KATATONIA, αλλά και old-school ANATHEMA κάποιες στιγμές. Ενώ εδώ έχουμε και μέρη με τις ταχύτητες να ανεβαίνουν (τηρουμένων των αναλογιών). Στο ίδιο ακριβώς μοτίβο και το 5ο κατά σειρά κομμάτι, το “Aletheia”, διάρκειας 15 λεπτών. Μα όχι… Δεν είναι το μεγαλύτερο! Το “Here’s to death” που κλείνει το δίσκο, πρόκειται για μία ωδή στο funeral doom, αφού μιλάμε για 18 λεπτά ψυχαναγκαστικής μαύρης και άραχνης ατμόσφαιρας. Μπορεί να μην είναι από αυτά που ξεχωρίζω στο άλμπουμ (όπως τα “For the night has fallen”, “Obsessive dilemma” και “Aletheia”), αλλά είμαι σίγουρος ότι οι κιθαρίστες της μπάντας πρέπει να το λατρεύουν.

Μπορεί να μη πρόκειται για παρθενογέννεση, αλλά το “Waters of Lethe” είναι ένα πάρα πολύ καλό άλμπουμ. Σαφώς πιο ώριμοι σε αυτή τους τη δουλειά τους οι SHATTERED HOPE και συνθετικά, αλλά και ψυχικά, αφού φαίνεται να εχουν κατασταλάξει στη μαυρίλα, χωρίς ίχνος αισιοδοξίας. Χαίρομαι που παρέμειναν σε υψηλά επίπεδα και απέδειξαν πως το “Absence” δεν ήταν απλά ένα πυροτέχνημα. Οι οπαδοί τους είδους και ιδιαίτερα των MY DYING BRIDE, MOURNING BELOVETH κτλ, σπεύσατε (αλλά όχι σε ρυθμούς doom).

Author: Γιώργος Δρογγίτης

Review
Sputnic Music
3.7/5
04.03.2014

“Patience is a bitter plant, but its fruits are sweet”; this old German proverb summarizes perfectly the course of Greek doom/death metal outfit Shattered Hope. The outfit was founded in the early ‘00s, a time where things weren’t all too bright for the Greek metal scene as a whole, should its already acclaimed death/black metal wing be excluded. Contrary to what appears to be the case nowadays, new outfits at that time struggled hard to make a stand on their own, but after some demos or an album or two (at best), they vanished into oblivion due to lack of growth-know-how and local fan support.

Shattered Hope’s persistence beyond those times could be possibly ascribed to the kind of music they serve, which depends on a set of fragile conventions, in order to become really interesting. From the band’s initial repertoire, which consisted of custom material and Saturnus/My Dying Bride/Paradise Lost song covers, to the first EP/promo releases, Shattered Hope rounded the edges of their music progressively. In effect, the release of their debut album Absence in 2010, assessed them as a promising outfit in the vein of the previously mentioned outfits. It took four years for the band to deliver its sophomore effort Waters of Lethe, an album which brings Shattered Hope on a quite comparable level with respect to their heroes of youth.

The new album follows a different direction with respect to the debut. In Absense, Shattered Hope paid homage to all their influences, foreign and domestic (Saturnus, My Dying Bride, Septic Flesh etc.), and presented a diverse blend of majestic death/doom metal. The new album is different in that it leans decisively towards the funeral end of doom metal and outfits such as Esoteric. All songs (which go beyond the 10 min mark) are less varied, transitions per song are almost seamless, yet with minor twists (“For the Night Has Fallen” for example, transmits a latent blues vibe), whereas the lead guitar melodies are subtle and sparing. The ups and lows (for death/doom metal’s standards, that is) of the debut album are almost absent here, whereas the vocals, which have more character than in before, range timely from low-end guttural death metal to ripped-out black metal.

The lack of variation combined with the prolonged temporal length of each number, may lead many to believe that the album becomes a rather tiring affair, eventually. Two attributes in the album work the other way around; the first is the near-perfect sound production, which is equivalent (if not better) to the last Esoteric album or the mid-‘00s My Dying Bride albums (Songs of Darkness, Words of Light in particular); the second lies in the band's ability to keep things interesting, despite the lack of pronounced dynamics. In effect, a dedicated listener and fan of the genre, is expected to “relax” comfortably within the album’s sonic affliction, while completely losing track of time. “Here’s To Death” in particular, the album’s (ambient/doom metal) closer, works perfect in that way.

It is believed by some individuals, that as life becomes harder and harder, music should follow the same alley, in order for stress to be relieved. The author of this review is unsure as to how valid is this analogy and whether Waters of Lethe may or may not work towards that direction. What’s certain, though, is that Shattered Hope have made themselves worthy of further attention by fans of quality death/doom metal.

Author: Voivod

Review
Ro0ckin'Athens
4/5
12.03.2014

Τέσσερα χρόνια μετά το ντεμπούτο τους, “Absence”, οι Shattered Hope κυκλοφόρησαν νέα δισκογραφική δουλειά και όσοι λάτρεις του funeral doom/death σπεύσατε! Ο λόγος για το “Waters Of Lethe”, ένα πολύ αξίολογο album, γεμάτο πεσιμισμό, αλλά και αισιοδοξία, αν σκεφτούμε το πόσο πολύ έχει ανέβει το επίπεδο της εγχώριας σκηνής.

Ας μπούμε όμως στο ψητό! Το “Waters Of Lethe” αποτελείται από 6 μεγάλης διάρκειας κομμάτια τίγκα στα αργόσυρτα βαριά riffs, στα βρώμικα φωνητικά του Νίκου και στις black metal επιρροές που “μαλακώνουν” με τα πλήκτρα της Ευγενίας. Το πρώτο κομμάτι του δίσκου ονομάζεται “Convulsion” και σίγουρα μια αναστάτωση στην προκαλεί, αφού αντιλαμβάνεσαι πως το ταξίδι στον Κάτω Κόσμο μόλις ξεκίνησε. Doom δεν ήθελες; Να τα τώρα! Ύστερα σου σκάει το “For The Night Has Fallen”, ίσως το δικό μου αγαπημένο από το album και σίγουρα μια από τις καλύτερες συνθέσεις των Shattered Hope, αφού η ακραία διάθεσή τους δένει πανέμορφα με τα πλήκτρα, τα οποία εδώ παίζουν πολύ μεγάλο ρόλο. Οι ταχύτητες κατεβαίνουν κι ακολουθούν τα “My Cure Is Your Disease” και “Οbsessive Dilemma”, με την κλασσική κλειστοφοβική ατμόσφαιρα του είδους να σε παρασέρνει… ώσπου ξαφνικά φτάνεις στο “Aletheia” και οι ταχύτητες ανεβαίνουν ξανά, χαριζοντάς μας ακόμη ένα πάρα πολύ καλό κομμάτι με εντυπωσιακά riffs. Και κάπου εδώ, το συγκρότημα αποδίδει φόρο τιμής στον κύριο εμπνευστή τους. “Here’s To Death” λοιπόν κι ό,τι σαπίλα (με την καλή έννοια πάντα) δεν έβγαλαν την προηγούμενη ώρα, μας την προσφέρουν απλόχερα μέσα σε 18 λεπτά. Εντυπωσιακό κομμάτι επίσης, αφού η ωριμότητα του σχήματος δεν κρύβεται, συνδιάζοντας όλες του τις επιρρόες σε μια σύνθεση.

Ένα μεγάλο μπράβο λοιπόν στους Shattered Hope, που, αν και δεν διεκδικούν βραβείο πρωτοτυπίας -δύσκολο για το είδος άλλωστε- έβαλαν τα δυνατά τους, δούλεψαν πολύ και μας παρέδωσαν την καλύτερη τους δουλειά ως τώρα. Οπότε, αφήστε στην άκρη τους Shape of Despair και τους My Dying Bride τώρα και πιάστε το φρέσκο και εγχώριο προϊον ρε. Και εις ανώτερα παιδιά!

Author: Αναστασία Παπαδάκη