Comatose Vigil - Fuimus, Non Sumus… (CD) Digipak

Review
Aristocrazia
12.12.2011

Sono tornati, c'hanno messo un bel po', si son fatti attendere ma alla fine il secondo album dei funerei Comatose Vigil è giunto a noi.
Sono passati sei anni dallo splendido debutto "Not A Gleam Of Hope", cinque dal mini "Narcosis" e la buona notizia è che il trio russo non ha perso la propria identità, al contrario il nuovo capitolo "Fuimus, Non Sumus" porta con sè una piccola ma importante novità, se così la vogliamo chiamare, è infatti aumentato il carico atmosferico legato alle partiture di synth adesso più costanti.
La formazione che vede in line up la presenza del mastermind degli Abstract Spirit A.K. iEzor ha rilasciato un platter monolitico, estramamente oscuro, nel quale da al buio del tu, convive con l'ambientazione nera pece come un'anima decadente che, acquisita la consapevolezza di non avere via di scampo, si lascia scivolare giù in un abisso senza fondo.
Un'ora di musica divisa in tre capitoli maestosi dal riffato imponente e dilatato al quale si para dinanzi a contrasto una visione melodica ultraterrena, soffice, triste e pregna di un'agonizzante melancolia che pervade ogni singolo secondo del lavoro, ciò eleva attimo dopo attimo il fattore ambientale facendolo diventare una gabbia opprimente all'interno della quale echeggia la voce severa e giudicante che inchioda.
Si è ingurgitati in un mondo in cui le ombre non hanno senso d'esistere, il nulla e il nero sono le due entità che combinate lo possiedono, le sfumature "dolciastre" portate a cullare la perdizione figlia dell'essenza musicale dei Comatose Vigil non bastano a distaccarsi da una sensazione di pachidermico incedere che macerante e incatenante pervade il lungo corso formato dalle tracce, tanto che è impossibile intraprendere la via da loro segnata se non si decide di percorrerla in unica soluzione.
Per quanto la durata e lo stile possano far pensare a una "immobilità compositiva" spesso pregio e difetto in contemporanea delle prove di questo tipo, in "Fuimus, Non Sumus..." gli arrangiamenti, i minutissimi cambi nelle dinamiche e negli effetti evitano di precipitare nel girone infernale della "noia", a tali accorgimenti va addizionato l'aspetto riguardante la produzione praticamente perfetta nel garantire spessore, intesità e resa strumentale "gravando" sull'ascoltatore (in positivo), mettendolo in condizione di "subire" al meglio il castigo sonoro impresso da questo buonissimo lavoro.
Sta per sorgere il sole, chiudo le serrande, non ho ancora sonno e si son fatte le cinque del mattino, ho bisogno di ancora un po' di tenebre, ho bisogno di riposare, inserisco nuovamente i Comatose Vigil nel lettore, lascio che le emozioni e i meandri imbrattati omogeneamente di nero di "Fuimus, Non Sumus..." mi ricoprano, il viaggio riprende. E voi? Vi sentite pronti ad affrontarlo?

Author: Mourning

Review
Metal.de
5/10
15.11.2011

Es ist schon beachtlich, in welcher Regelmäßigkeit aus dem kalten Russland Funeral Doom Bands zu uns rüberschwappen und uns mit ihrer eisigen und unerbitterlichen Düsternis das Leben zu versüßen. So ist es auch für die vorliegenden COMATOSE VIGIL und ihr neues Werk “Fuimus, Non Sumus...“ ein Leichtes, den Frost der letzten Nacht tief im Herzen aufzunehmen, denn die Musik der Moskauer Band ebnet genau für diese eisige Kälte den Weg.

Langsam, bedrückend und alles verschlingend frisst sich das Album mit seinen gut 75 Minuten tief ins Innere und beginnt langsam, einen von dort aus zu verschlingen und alles Licht auszulöschen. Hier gibt es keine Hoffnungsschimmer und auch keinen Platz für wohlige Melodien, hier regiert die Trostlosigkeit und die pure Negativität des menschlichen Seins. Abgrundtiefe Growls verschmelzen mit langsam schwelgenden Riffs und erschaffen eine extrem schwerverdauliche Klanglandschaft, bei welcher der geneigte Hörer auf schnellere Passagen wohl verzichten muss. Dies wäre im Prinzip auch kein Problem, wenn es dafür die nötige Portion Abwechslung und Dynamik geben würde. Auch wenn die Musiker das Spiel mit der Langsamkeit bestens beherrschen, so fehlt es ihnen noch an gewissen Songwriterqualitäten, um den Hörer bei der Stange zu halten. “Fuimus, Non Sumus...“ ist für seine gewaltige Spielzeit mit nur drei Songs einfach zu monoton und bietet auf Dauer nur recht wenig Spannung. Auch an Eigenständigkeit mangelt es den Musikern, denn man fühlt sich zu oft an die Großmeister SHAPE OF DESPAIR erinnert. Ein bisschen mehr Innovation wäre hier wünschenswert. Dies sorgt auch letztendlich dafür, dass diese Platte im Verhältnis zu anderen Veröffentlichungen des Metiers untergeht. Andere Bands haben da leider den Dreh schon wesentlich besser raus.

Nichtsdestotrotz bieten COMATOSE VIGIL mit “Fuimus, Non Sumus...“ ein wahrlich bedrückendes und intensives Stück Musik, welches Interessierte gerne mal antesten dürfen. Aber zum Meisterwerk fehlt dann doch noch ein Stück.

Author: Florian.Hefft

Review
Headbanger
8/10
30.10.2011

Название нового альбома Comatose Vigil – “Fuimus, Non Sumus”, что означает «Был, не есть» - намекает на то, что коллектив распался. Надеюсь, это только чёрный юмор, и музыканты запишут ещё тонну альбомов и дадут концертов общей продолжительностью на несколько десятков лет. Ибо альбом хорош и показывает, что творческая потенция творцов высока. Такой материал радует слух и бодрит дух.
Тут я немного загнул, конечно, - Comatose Vigil не бодрят, но усыпляют. Три композиции длиной более часа, - чтобы выдержать это, нужно иметь стальные нервы и ягодицы. Однако этот час и пятнадцать минут полны сладких звуков плотного фьюнерал-дума с вальяжными риффами, красивыми клавишными аранжировками и усыпляющими эмбиентными вставками на манер Shape Of Despair. Правда, здесь нет хитов, как у финских коллег, но Comatose Vigil всё-таки не попсу играют. У них в рукавах другие козыри: могучесть, плотность и красота; от иных гитарных ходов аж глаза закатываются. Тут для контраста можно вспомнить братскую хунту Abstract Spirit, злобно употребляющую авангардно-какофонические элементы для устрашения слушателя. Comatose Vigil не идут по такому пути. Им неприятна грязь и слизь, в которую можно упасть и испачкать всё лицо (см. обложку второго альбома Abstract Spirit), - лучше выбрать аккуратную нескользкую дорожку среди многометровых сугробов под усеянным звёздами небом. Всё сияет и обворожительно искрится, пока ты с торжественным хрустом медленно, но уверенно идёшь на кладбище.

Author: Richter

Review
Metalstorm
7.2/10
28.10.2011

Fuimus, Non Sumus… translates to We Are, We Are Not. That in mind…

Fuimus a funeral doom band from Russia.

Non Sumus that whole brevity thing.

The album might only feature three songs on the track list, but each of the three is a virtual sonic marathon. The shortest of the three, "Autophobia" is a paltry 23 minute and change long… So the songs are loooooooooooonger than a Cricket tourney, but are they good?

Sure, they are.

This is funeral doom with a recipe not particularly different than other bands in the genre. Distorted guitars, plodding drums, growled vocals, all wrapped into one funeral doom burrito courtesy of a keyboard tortilla that wraps the whole thing up into one nice, portable, and not particularly messy enjoyable package.

One hand their songs leave me with an impression not too dissimilar from Shape Of Despair, only if they stretched their songs on and on and on. It sounds well enough and sits nicely in the back ground, tugging a little at your attention… But it lacks some of the more raw horrifying emotions that connect to the listener to separate them from others in the Fun Doom pack.

It didn't bore me, not by any means, but nor did it terrify me.

This album is a lot like whatever AMC will be airing at 1am tonight as part of their "Two Weeks of Terror" pre-Halloween schedule… should I come home from a bar after a few (dozen) pints, I could put either on and would not be bored or disappointed.

Author: BitterCOld

Review
The Pit of the Damned
8.5/10
23.10.2011

Un giorno di pioggia. Un funerale. Il mio funerale. Le note dei Comatose Vigil ad accompagnare la sepoltura, mentre il pianto contenuto dei presenti, si presenta di fronte alla Signora Morte. E io rinchiuso in quella bara oscura, ho freddo, con la consapevolezza che tutto è finito; l’unica cosa a cui non possiamo sottrarci è finalmente giunta a prelevarmi e portarmi via con sé. La musica del terzetto russo è cupa, straziante e angosciante, come può essere il sopraggiungere della morte stessa. Tre lunghi infiniti brani di drammatico funeral doom, che si aprono con il primo capitolo, la title track, quasi mezz’ora di suoni funerei che non possono far altro che annunciare qualcosa di tremendamente negativo, la perdita di una vita umana. Non c’è alcuno spazio riservato alla luce, neppure ad un barlume insignificante di speranza, sono solo le tenebre che avvolgono la vita, rendendola inutile e priva di alcun significato. La musica dei Comatose Vigil è quanto di più oscuro ci potessimo aspettare in questo ambito (e dire che mi ero spaventato con i Septic Mind), ma qui i toni apocalittici, si fanno ancora più catastrofici, con un riffing pesante, ossessivo, lento che scandisce gli ultimi istanti che ci sono rimasti da vivere, come i tocchi di una campana che suona a morto. Parafrasando il titolo di questa release, “Fummo, non Siamo”, ci troviamo di fronte ad uno scenario di morte globale, forse portata dai venti di guerra che flagellano costantemente il nostro degradato pianeta. E ad annunciare la fine del mondo, ci pensa la voce tremendamente growling di A.K. iEzor, accompagnato dalla sezione ritmica della consistenza di un mammut di Vig’iLL e dagli emozionanti quanto mai sconvolgenti (e vincenti) inserti di tastiera di Zigr. “Autophobia” con i suoi ventitre minuti abbondanti di disperazione è il masso che ci mancava, quello da un quintale ancorato alle nostre gambe che improvvisamente cadono in acqua; una discesa lenta e dolorosa nel profondo degli abissi, mentre i nostri polmoni si riempiono di acqua fino a scoppiare. Si, la morte torna sovrana, come unica regina del mondo, a cui nessuno può sottrarsi, neppure gli uomini più potenti del pianeta. La morte è il giusto destino per tutti e il cammino verso di essa è accompagnato ancora una volta dalle note di questa straordinaria band, che in questa traccia hanno anche l’ardore di un magnifico inserto ambient, straordinari. Gli ultimi ventiquattro minuti sono per “The Day Heaven Wept”, l’ultimo cappio da cingersi al collo prima di salire su quella sedia da cui non si scenderà più. Il terzo capitolo celebra, con toni apparentemente meno lugubri la fine dell’esistenza, anche se la malinconia di fondo pervade ovviamente l’intero magnifico brano. Certo, il funeral doom non è un genere aperto a tutti, tuttavia non abbiate paura ad avvicinarvi, giusto solo per curiosità, a dare un ascolto a questo magniloquente lavoro. Ora ne ho la certezza: dopo avere ascoltato “Fuimus, Non Sumus…”, non ho più paura di affrontare nostra Signora.

Author: Francesco Scarci