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Endname - Demetra (CD)

sludge metal, Slow Burn Records, Slow Burn Records
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This is the 4th official issue from Moscow instrumental act. Earlier discovered “math-doom” formula is still working but this time diluted with a wide portion of psychedelic mist, deep tribal deviations and shamanism. Demetra is a logical sequel of the previous full-length CD “Anthropomachy” and contains some earlier non-issued tunes and also new creations. The album is finalized by the subtle remix by Alex Senko known as band’s live video engineer and visual designer.

Tracklist:
1 Duplication Of The World 6:55
2 Union 11:50
3 Forest 16:59
4 DOTW RX 7:54

Artist:
Endname
Artist Country:
Russia
Album Year:
2014
Title:
Demetra
Genre:
sludge metal
Format:
CD
Type:
CD Album
Package:
Jewel Case
Label:
Slow Burn Records
Cat Num:
BURN 020-14
Release Year:
2014
Barcode:
4 627080 610675
Country Of Manufacture:
Russia
Review
The Pit of the Damned
7.5/10
10.12.2014

Un disco concettualmente diviso a metà: due lunghe tracce da una parte, due dall’altra, come suonate da band differenti (sono quattro tracce, ma è un full-lenght vero e proprio: l’intero lavoro dura quasi 45 minuti). I russi Endname sono in grado di mescolare ingredienti estremamente diversi in un unico flow strumentale che, strano ma vero, fila via dritto come un missile. ‘Demetra’ si apre con “Duplication of the World”: pesante e ossessiva, delirante nei tempi dispari, carica di intensità doom. A seguire “Union”: la traccia più complessa, dove distorsioni e ritmiche si inseguono per quasi 12 minuti di oscurità e groove, tra crescendo e calando di pulsazioni metalliche e sonorità nerissime. Ce ne sarebbe abbastanza per fare un EP, catalogabile banalmente come post-metal strumentale. Ma gli Endname osano di più e si avventurano in territori completamente diversi. La seconda parte del lavoro si apre con una lunghissima (17 minuti) suite ambient, “Forest”. Emerge il lato riflessivo e inquieto del terzetto di Mosca: campioni elettronici, suoni sottili, lunghi respiri del vento. La foresta è buia e avvolta nella nebbia, siamo soli nell’oscurità e qualcosa di terrificante sta per accadere. È “DOTW RX”: come un mostro che emerge dalla notte, gli 8 minuti della traccia di chiusura sono sconvolgenti e folli: dissonanze, lunghe cavalcate noise, disturbi elettronici. Pazzia pura, come nelle malate dimensioni alternative pensate da H.P. Lovecraft: si perde il senso del ritmo con la batteria completamente sfalsata, che accelera e rallenta ignorando il percorso degli altri strumenti per esplodere in un finale rumoroso e disturbante. Pur penalizzato qua e là da una produzione non sempre all’altezza della situazione, questo ‘Demetra’ è proprio un bel lavoro: rompe le regole del post-metal proponendo un ascolto complesso, difficile, denso di dettagli, stili, riferimenti. Un disco per pochi.

Author: Stefano Torregrossa
Review
Lords of Metal
7.9/10

Drie jaar geleden kwam EndName met ’Antropomachy’ en die instrumentale plaat beviel me destijds prima. Nu is het tijd voor ‘Demetra’ en net als destijds behelst het hier een totaal instrumentale plaat. Nog steeds speelt men sludgy post-metal die goed opgebouwd is, alleen zijn de nummers nu langer. Die langere speelduur zorgt ervoor dat men rustiger de spanningsboog opbouwt en om eerlijk te zijn bevalt mij dat wel. Je hebt nu de tijd om er echt in te komen en je mee te laten voeren door de muziek. Net als op de vorige plaat wordt de zang hier nergens gemist. Dit is muziek die je moet ondergaan en waar je niet afgeleid wilt worden door de zang. Over het algemeen is deze plaat een stap voorwaarts vergeleken met voorganger ‘Antropomachy’, maar waarom ‘Demetra’ toch hetzelfde cijfer scoort, komt door afsluiter ‘DOTW RX’ wat als een groot geluidseffect op mij overkomt en dat is jammer, door dit nummer als afsluiter te gebruiken, levert de plaat duidelijk aan zeggingskracht en kwaliteit in.

Author: Marcel H.
Review
Metalhead.it
8/10
19.11.2014

Atmosfere tetre e riflessive da Mosca. Gli EndName arrivano al terzo lavoro (quarto considerando l’EP di debutto) proponendo la loro bellissima forma musicale, sempre strumentale, la quale attinge da doom, sludge ed ambient per creare una personalissima idea musicale, basata su coinvolgimento ed atmosfera. Il loro sound può risultare di parte, per appassionati ed intenditori, ma è innegabile che chiunque entri in un locale dove suona musica la connessione magnetica è immediata, la voglia di seguire con il corpo i movimenti suggeriti dalle sensuali pulsazioni sonore diventa un bisogno primario. Quattro tracce, tutte che spaziano tra il lungo ed il lunghissimo (l’intero lavoro dura tre quarti d’ora), tutte capaci di descrivere un paesaggio, delle emozioni, dei suoni, degli odori, delle paure. La opener “Duplication Of The World”, per la quale esiste anche un video, alterna momenti ossessivi ad approfondimenti oscuri, groove, intensità degli strumenti, ritmica, pulsazione. “Union” è forse più complessa, più ricca di divagazioni musicali, la traccia con più dettagli compositivi, una linea di basso intensa, chitarre con libero sfogo, ritmiche taglienti ed una progressione, specialmente verso la metà, che è dannatamente irresistibile. Diciassette minuti per “Forest”: la traccia più ambient in assoluto; Lunga, intensa, profonda, ricca di dettagli, di suoni, di varianti di stili (emerge anche una doppia cassa), ricca di musica ma anche di suoni, tanti intensissimi suoni. La conclusiva “Dotw Rx” ha un inizio assurdo, dissonante, una intenzionale violenza a base di effetti devianti, ricchi di perversione: è il lato più digitale dello spettro stilistico degli EndName. Si arriva al noise. Ci si allontana dal doom e da regole musicale predefinite, dove una batteria deve scandire gli strumenti convenzionali; Con “Dowt Rx” tutto cambia, tutto si teletrasporta in una nuova dimensione, la quale ha le sue regole, i suoi stili, molto diversi da quelli comuni. E gli EndName non hanno nessuna paura di abbracciare nuovi stili, di essere pionieri, innovatori, creatori. “Demetra” va oltre la musica. E’ esperienza pura. Una esperienza fantastica!

Author: Luca Zakk
Review
Metal 4 All
7.5/10
15.11.2014

Reconozco que apenas presto atención a “nuevos grupos”. Tengo siempre un montoncito de promos encima de la mesa y entre darlas salida y escuchar “lo que me gusta de verdad”, pues como que ya tengo suficiente. Así que no sabía nada de Endname y sus anteriores “Dreams of a Cyclops” de 2009 y “Anthropomachy” de 2011, pero lo que sí compruebo es que el nuevo “Demetra” tiene una portada extensible que es un claro contraste con su anterior lanzamiento. Aquella de “Anthropomachy” estaba en rojo y esta en azul, ambas obras del ilustrador Barandash.

Y ojo con el disco. Son cuarenta y tres minutos instrumentales de un Doom/Sludge muy melódico y adornado con teclados, como deja claro la inicial “Duplication of the World”. Si conocéis a bandas americanas como Clouds Taste Satanic o los fundamentales Earth (originarios de Washington), sabréis por donde andan estos rusos denominados Endname.

La melancolía de “Union” está muy presente en un tema lento. Voces femeninas en coro, sin cantar ni una línea, como si invocasen un poder en una ceremonia, lo adornan antes de que finalice y de paso a la tercera “Forest”, que comienza con arpegios en medio de sonidos reposados de vientos que anuncian tormenta y dejan una composición larguísima de vena atmosférica.

Terminan con “DOTW RX”, pista final de sonido Sludge, con sus partes calmadas, en consonancia con un disco intimista y donde los sintetizadores (al menos en el primer corte y en este último) son muy importantes.

Del sonido no voy a decir que sorprenda a estas alturas del negocio, pero ole por los rusos. Lo han bordado y logran la perfección sonora en cada instrumento y con cada efecto. Sin duda una tercera grabación la que entregan Endname que da gusto escucharla una y otra vez, pese a que los que quieran “voces” como acompañamiento posiblemente se aburran lo suyo con unas canciones muy largas.

No me cabe la menor duda de que para los fans de bandas citadas como los novedosos Clouds Taste Satanic o los veteranos Earth, este “Demetra” puede ser todo un descubrimiento, si es que acaso no eran ya conocidos. Como siempre, ahí tienes su Bandcamp para escuchar no solo este, si no toda la discografía de tres grandes músicos llamados Endname.

Recomendable.
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